PASSEGGIANDO IN CENTRO
Nel centro abitato di Casorate si distinguono nettamente due parti.
La prima e' quella più vecchia, posizionata al centro del paese ed attorno alla Piazza principale con le sue amene casette non molto alte e tutte ristrutturate, alcune mantengono la struttura delle vecchie corti. Su alcune permangono segni dell'antichità con fregi sotto i cornicioni, con piccoli archi sulle finestre, alcune conservano gelosamente disegni anche sulle pareti esposte all'esterno.
Passeggiando per il centro è possibile vedere, di tanto in tanto, tra una vetrina e l'altra dei negozi, alcuni grandi portoni con caratteristiche architettoniche che ancora testimoniano nel nostro paese l'antica presenza di culture diverse.
Passeggiando per il centro è possibile vedere, di tanto in tanto, tra una vetrina e l'altra dei negozi, alcuni grandi portoni con caratteristiche architettoniche che ancora testimoniano nel nostro paese l'antica presenza di culture diverse.
La seconda parte del paese è la parte più nuova, si estende fuori dal centro ed è in continua espansione.
Il centro della vita del paese è la piazza principale, oggi denominata Piazza Contardi ma, prima della II guerra mondiale era dedicata al re e, si chiamava Pizza Vittorio Emanuele.
E' il luogo più frequentato, ci sono molti servizi come i bar, le agenzie immobiliari, le banche, i negozi alimentari e di abbigliamento, fiorai, parrucchieri, profumerie, farmacia, ed altri.
LA PIAZZA
Nel tempo, la piazza, ha subito varie trasformazioni come testimoniano queste foto e cartoline reperite dai nostri nonni e nelle nostre case.
Anticamente la piazza era denominata "Forum", cioè il foro ed era il luogo delle adunanze dove la popolazione casoratese si riuniva per trattare gli interessi pubblici del paese.
Infatti per molti secoli, come risulta da fonti storiche, la piazza ha rappresentato il luogo in cui si concentravano tutte le funzioni amministrative, mercantili, politiche, e religiose della vita urbana.
Nel tempo, al nome piazza, fu aggiunto l'aggettivo "comune" diventò così "Piazza del Comune" per rafforzare il significato che in quel luogo si riunivano i Consigli e tutte le altre persone per deliberare tutto ciò che interessava al paese.
Nella "Piazza" del Comune" sembra vi fosse anche un portico dove convenivano persone di altre piccole comunità limitrofe.
All'inizio del Novecento, la piazza, era molto ampia e priva di marciapiedi; era un grande spazio aperto con al centro un obelisco composto da una colonna (tuscania) con fusto liscio poggiata su una base (plinto) quadrangolare sostenuta da un parallelepipedo marmoreo posto in posizione verticale su due basi, di larghezza differente che formavano due gradini sui quattro lati ed attorno vi erano alcune panchine in cemento.
La colonna, nella parte più alta, termina con una croce che ricorda la visita di San Carlo, il quale desiderava che le assemblee dei cittadini fossero protette dalla Croce.
Successivamente, l'obelisco fu spostato dal centro della piazza principale del paese e fu posizionato nell'attuale Piazza Mira, di fronte alla Chiesa di Santa Maria del Carmine. Il posto dell'obelisco fu occupato dal monumento dedicato ai caduti in guerra.
Con il susseguirsi delle amministrazioni comunali, nel tempo, anche questo monumento fu rimosso dal centro della piazza (serviva anche da spartitraffico) e posto sul marciapiede, al lato della strada, pur mantenendo una posizione centrale.
LE VIE D'ACCESSO ALLA PIAZZA
Oggi, come nel passato, la nostra piazza è un luogo di transito primario dove confluiscono e si incrociano le principali vie d'accesso al paese.
Da Nord si accede da Via Garibaldi.
Da Ovest si accede da Via Anselmo dell'Orto.
Da Sud si accede da Via Sant' Agostino.
Da Est si accede da Via Vittorio Emanuele.
Lungo queste arterie stradali principali ve ne sono altre che le intersecano ed agevolano il raggiungimento di qualsiasi angolo del paese.
SAN VITTORE MARTIRE
San Vittore nacque verso la fine del III secolo d.C. in Marocco, allora provincia romana, e fu cristiano fin dall'infanzia.
Come militare seguì l'imperatore Massimiano nelle sue imprese belliche fino ad arrivare a Milano.
Come militare seguì l'imperatore Massimiano nelle sue imprese belliche fino ad arrivare a Milano.
Quando Diocleziano, nell'anno 303, promulgò l'editto di persecuzione dei cristiani e Vittore dimostrò la sua irremovibile fede in Gesù Cristo, fu sottoposto ad aspre prove. Ma il fuoco della fede che regnava nel suo animo gli fece sopportare tutto, anche il piombo liquido bollente che gli fu gettato sulle piaghe sanguinanti.
Tutti osservarono, con stupore, che il suo corpo non soffriva alcun male. Allora fu portato davanti all'imperatore che gli ordinò di negare la sua fede altrimenti l'avrebbe fatto decapitare. Ma Vittore rifiutò e fu decapitato.
Le sacre spoglie del Martire rimasero sette giorni insepolte. Furono trovate intatte con accanto due bestie feroci.
Esse furono portate nella Basilica Porziana in Milano dove si venerano ancora oggi.
Gli antichi Casoratesi lo scelsero come patrono e gli dedicarono la chiesa principale del paese che è ubicata in Piazza Contardi.
Esse furono portate nella Basilica Porziana in Milano dove si venerano ancora oggi.
Gli antichi Casoratesi lo scelsero come patrono e gli dedicarono la chiesa principale del paese che è ubicata in Piazza Contardi.
LE ALTRE CHIESE DI CASORATE
La chiesa di Santa Maria del Carmine, ubicata in Piazza Mira , è una antica chiesa che sembra risalire al 1300, ma, alcuni documenti ecclesiastici citano che solo nel 1753 vi fu fondata una piccola Cappella con il titolo di Santa Maria del Carmelo (dall'ordine Carmelitano).
Oggi, però, la chiesa ha lasciato il suo nome originario e viene chiamata con il nuovo titolo di "Santa Maria del Carmine".
Oggi, però, la chiesa ha lasciato il suo nome originario e viene chiamata con il nuovo titolo di "Santa Maria del Carmine".
La chiesa di Sant' Antonio è ubicata in Via Garibaldi, nella contrada che da essa prende il nome.
Questa chiesa fu fondata, nell'ottobre 1376, dopo il lascito testamentario del fu Antonio de' Conti(e), il quale desiderava che, se il figlio non avesse avuto eredi, la propria casa fosse trasformata in cappella ad onore di Dio, della B.V.
Maria e del Beato Santo Antonio e di tutta la Corte celeste; ma la chiesa doveva portare il titolo di Sant' Antonio.
Questa chiesa fu fondata, nell'ottobre 1376, dopo il lascito testamentario del fu Antonio de' Conti(e), il quale desiderava che, se il figlio non avesse avuto eredi, la propria casa fosse trasformata in cappella ad onore di Dio, della B.V.
Maria e del Beato Santo Antonio e di tutta la Corte celeste; ma la chiesa doveva portare il titolo di Sant' Antonio.
Gli ordini del testatore furono eseguiti, visto che il Conte Franceschino morì senza lasciare figli. La casa fu, quindi, successivamente trasformata in cappella.
Ancora oggi è possibile leggere la storica verità, su una descrizione posta al lato del campanile, che porta la data del 1° ottobre 1376. Però la chiesa venne edificata qualche anno dopo la data di donazione.
Ancora oggi è possibile leggere la storica verità, su una descrizione posta al lato del campanile, che porta la data del 1° ottobre 1376. Però la chiesa venne edificata qualche anno dopo la data di donazione.
La chiesa è situata in Via Garibaldi ed ogni anno al 17 di gennaio viene ricordato e festeggiato Sant' Antonio Abate.
IL LAZZARETTO
Nel 1576 e nel 1630 si registrarono le maggiori stragi per peste e fu imposto a Casorate il provvedimento di isolare chi ne fosse colpito, per evitare ulteriori contagi.
Sorse nella attuale località di cui, ancora oggi, ne porta il nome: il Lazzaretto.
Anticamente la sua posizione era esposta al Nord del Borgo, al di là del bastione e del fossato.
Era un'area recintata ed occupata da capanne di legno coperte di paglia e rappresentava, per gli sfortunati che arrivavano, un luogo di isolamento e di morte. Era chiuso e custodito da guardie. I soccorsi agli appestati venivano offerti solo dai religiosi o da preti che lì celebravano la Messa.
Era un'area recintata ed occupata da capanne di legno coperte di paglia e rappresentava, per gli sfortunati che arrivavano, un luogo di isolamento e di morte. Era chiuso e custodito da guardie. I soccorsi agli appestati venivano offerti solo dai religiosi o da preti che lì celebravano la Messa.
Cessata l'epidemia, le capanne furono distrutte ed il terreno ritornò ad essere coltivato. Per questo la Cappella votiva che la popolazione volle, successivamente, costruire la troviamo sull'angolo estremo del terreno.
Dopo il 1630, finita la seconda ondata di moria per peste, la Cappella fu anche decorata.
L' OSPEDALE "CARLO MIRA"
Casorate vanta, nel proprio territorio comunale, la presenza di una efficiente struttura ospedaliera ben attrezzata e rispondente alle varie esigenze della popolazione casoratese e dei paesi limitrofi.
Copre un'area d'utenza di circa 30 - 35mila abitanti ed offre vari ambulatori specialistici, il laboratorio analisi, laboratorio radiografico, ecografico ed alcune cure chirurgiche.
La struttura ospedaliera risale ai primi anni del 900 e, per la sua presenza nel nostro paese, la popolazione deve essere grata ad un ricchissimo benefattore nativo di Casorate: l'ingegnere Carlo Mira che, verso la fine dell'800, prima di morire lasciò una grossa eredità affinché fosse costruito un ospedale in Casorate.
Trascorsero ben quarant'anni dalla donazione, forse per motivi burocratici, ma finalmente l'ospedale venne edificato ed intitolato al benefattore Carlo Mira.
Nel 1928 l'istituzione inizia la sua attività. Nel tempo l'ospedale è stato ampliato fino ad assumere l'attuale struttura mantenendo, però, sempre valida l'iniziale forma estetica ad "H", come si evidenzia nell' immagine che siamo riusciti a reperire.
LE SCUOLE DI CASORATE
Anticamente nel nostro paese l'istruzione della popolazione era gestita dai sacerdoti che, oltre ad insegnare la dottrina cristiana, dovevano insegnare anche a leggere, scrivere e far di conto.
Le spese dell'istruzione primaria erano finanziate tutte dal legato Pionnio: i locali destinati alla scuola, i locali destinati all'abitazione dei sacerdoti ed il materiale scolastico essenziale.
La frequenza obbligatoria vi era solo per le prime due classi.
Nel 1863 fu istituita la terza classe; era una classe elementare maschile e venne istituita per evitare che le famiglie possidenti mandassero fuori dal paese i propri figli per continuare l'istruzione.
Intorno al 1855 i sacerdoti erano stati esonerati dall'istruzione e nella popolazione regnava il malcontento pertanto furono riammessi.
La scuola diventa pubblica, a Casorate dal 1863.
Da quel momento la l'istruzione fu completamente gestita dal Comune.
LA FABBRICA DELLE PIUME
La fabbrica "delle piume", ubicata in Via Anselmo dell'Orto, fu fondata da Pietro Belloni intorno al 1955. Inizialmente era una piccola azienda a conduzione familiare e costruita accanto alla maestosa villa dei proprietari.
Con il passare degli anni si ingrandì, fino a diventare una grande industria con più di 150 dipendenti.
Per la comunità casoratese, e per le comunità limitrofe, ha rappresentato una importante possibilità di lavoro. La fabbrica era molto grande e divisa in molti locali, nei quali erano suddivise le varie fasi di lavorazione delle piume.
Per la comunità casoratese, e per le comunità limitrofe, ha rappresentato una importante possibilità di lavoro. La fabbrica era molto grande e divisa in molti locali, nei quali erano suddivise le varie fasi di lavorazione delle piume.
L'attività della fabbrica consisteva nella lavorazione delle piume usate per decorare ed abbellire i cappelli delle ricche signore, i costumi di scena delle ballerine del "Moulin Rouge" di Parigi, delle attrici, i cappelli da parata dei Carabinieri e dei componenti della Banda Comunale.
Nel corso degli anni però, la fabbrica conobbe periodi non molto fiorenti, soprattutto a causa della concorrenza, per cui dopo una serie di vicissitudini cessò l'attività definitivamente nel 1985.
IL MUNICIPIO
Il Municipio di Casorate Primo è ubicato in un antico edificio, recentemente ristrutturato dall'attuale Amministrazione, ed occupa una posizione centrale in Via Anselmo dell'Orto.
Sino al 2003 gli Uffici Comunali erano ubicati nel Municipio di Via Mira n. 10.
Ora in questa sede si trovano gli Uffici Demografici, gli Uffici della Polizia Locale e la sede della Protezione Civile.
LA CASA DI RIPOSO "G. DELFINONI"
Tra le struttre importanti Casorate può noverare anche una Casa di riposo per gli anziani.
Oggi ubicata a Sud del paese, in Via Asolone,nelle vicinanze dell'Ospedale "Carlo Mira".
Anticamente, la Casa di riposo, occupava un antico edificio posto al centro del paese, e precisamente in Via Delfinoni.
Fu così denominata in onore del suo fondatore e benefattore Gottardo Delfinoni.
LUOGHI SUGGESTIVI
Casorate è un paese incastonato in un affascinante paesaggio della pianura pavese, il suo centro abitato è circondato da una distesa uniforme ed infinita di campi, risaie, boschi ad alto fusto; è un paesaggio pittoresco che colpisce per la sua regolarità a testimonianza della ingegnosità umana e della sua capacità di distribuire funzioni, conoscenze ed abilità.
I casoratesi hanno, da sempre, sapientemente sfruttato la risorsa che il fato ha donato loro.
Hanno tratto sostentamento e ricchezza dalla terra.
Hanno tratto sostentamento e ricchezza dalla terra.
Per chi si avventura nel passeggiare tra i pioppeti adiacenti al paese, scopre tracce e memorie di storia e cultura, scopre angoli semplici e suggestivi, unici per la bellezza naturale della pianura senza ostacoli e senza orizzonti.
LE CASCINE
L'orizzonte netto della pianura che circonda Casorate è interrotto, di tanto in tanto, dalle vecchie cascine: sono il segno più visibile del mondo contadino che, sin dall'antichità, insieme ai terreni ordinatamente coltivati ha caratterizzato i casoratesi.
La cascina è una costruzione ampia, disposta attorno ad una grandissima corte dove i polli ed i tacchini razzolano rincorrendosi. Il mondo della cascina era caratterizzato da una vita intensa e particolare.
Il grande cortile, la stalla, i fienili, i porticati ove i contadini mettevano al riparo i carri, gli attrezzi agricoli ed il fieno. I loggiati erano luoghi adibiti ad attività comuni.
Le cascine sono veramente il simbolo dell'agricoltura di questa terra feconda.
Queste costruzioni che oggi sono solo sparse nella campagna, anticamente costituivano per Casorate un vero microcosmo, dove vivevano decine di famiglie che si sostenevano unicamente con il lavoro dei campi.
Ve ne erano tante nell'odierno centro abitato.
Oggi, in paese, sono state quasi tutte ristrutturate e trasformate in costosi ed appetibili appartamenti; ma, ve ne è ancora qualcuna in disuso che aspetta la giusta collocazione.
Questi edifici rurali rappresentano per noi un patrimonio storico e culturale di importante valore da conservare e preservare. Nella campagna casoratese ve ne è ancora qualcuna che conserva l'antico mestiere e continua a praticare attivamente le attività agricole. Una tra queste è la "cascina dell'Acqua" che si trova fuori dal paese, sulla Strada Provinciale n° 180 verso Besate.
Anche nei paesi limitrofi a Casorate vi sono ancora alcune cascine attive.
Solo che oggi, a differenza dei secoli scorsi, tutto è "meccanizzato"ed ha assunto un livello altamente industriale. Le cascine sono affiancate da enormi silos dove vengono conservati i vari cereali prodotti.
Una gran parte delle vecchie cascine, della campagna lombarda, sono state ristrutturate e rese accoglienti ristoranti agroturistici pur conservando l'antica struttura.
IL RISO E LE RISAIE
Il riso, con gli altri cereali è apparso sulla terra circa 10.000 anni fa, quando i ghiacciai si ritrassero lasciando ampie zone paludose.
Da allora è alla base dell'alimentazione per tre quarti dell'umanità.
Dalla Cina all'India, dal Giappone all'Indonesia e, nei secoli più vicini a noi, arrivò in Occidente.
Da allora è alla base dell'alimentazione per tre quarti dell'umanità.
Dalla Cina all'India, dal Giappone all'Indonesia e, nei secoli più vicini a noi, arrivò in Occidente.
Fu probabilmente Alessandro Magno che, attraverso la conquista dell'India, lo fece conoscere al mondo Occidentale, ma fu solo grazie agli arabi che venne diffuso nel bacino del Mediterraneo.
Principalmente fu diffuso in Piemonte ed in Lombardia e, ancora oggi, queste regioni sono le più famose per la sua produzione.
Principalmente fu diffuso in Piemonte ed in Lombardia e, ancora oggi, queste regioni sono le più famose per la sua produzione.
La Pianura Pavese , infatti, rappresenta una delle zone eccelse per la coltivazione dei migliori risi ed il segreto che li rende inimitabili sono: la naturale e particolare composizione del terreno e la qualità delle acque.
Indubbiamente le risaie, della campagna casoratese e del territorio limitrofo, rappresentano una piccola parte della grande distesa di risaie presenti in tutta la Pianura Pavese e della Lombardia, ma sicuramente incrementa la percentuale della produzione di riso della Regione.
La presenza delle risaie nel nostro territorio è da sempre stata molto importante perché ha rappresentato, per Casorate, un valido elemento che ha notevolmente contribuito allo sviluppo socio - economico del paese.
Uscendo dal centro abitato è facile osservare il caratteristico paesaggio "costruito" sapientemente dall'uomo nel tempo.
Infatti, le risaie, sono il frutto di una secolare esperienza dell'uomo tramandata da generazione in generazione fino ai nostri giorni e le opere agrarie presenti sul luogo testimoniano la "mano dell'uomo nel tempo".
Infatti, le risaie, sono il frutto di una secolare esperienza dell'uomo tramandata da generazione in generazione fino ai nostri giorni e le opere agrarie presenti sul luogo testimoniano la "mano dell'uomo nel tempo".
Tutta la campagna qui attorno è stata "costruita", trasformata, organizzata in secoli di infinita pazienza e conoscenza.
L'uomo ha modificato il territorio secondo le proprie esigenze, altrimenti questa terra di risorgive sarebbe stata una impraticabile palude così come lo era nel Medioevo. E' proprio da allora che iniziarono le prime bonifiche del territorio ed oggi il paesaggio si presenta a noi come un luogo di esperimenti agricoli all'avanguardia.
L'uomo ha modificato il territorio secondo le proprie esigenze, altrimenti questa terra di risorgive sarebbe stata una impraticabile palude così come lo era nel Medioevo. E' proprio da allora che iniziarono le prime bonifiche del territorio ed oggi il paesaggio si presenta a noi come un luogo di esperimenti agricoli all'avanguardia.
Il territorio è attraversato da una fittissima rete di canali che in primavera servono per allagare le risaie.
L'allagamento delle risaie riduce le strade ad un vero e proprio reticolo su un apparente ed immenso lago che fa da specchio al cielo, nelle giornate limpide.
L'allagamento delle risaie riduce le strade ad un vero e proprio reticolo su un apparente ed immenso lago che fa da specchio al cielo, nelle giornate limpide.
LE MONDINE
Ormai appartiene solo al passato l'antico mestiere delle "mondine".
Ogni anno, nel mese di maggio, gruppi di mondine partivano dalle loro case per stabilirsi nel nostro paese ricco di risaie.
Erano molto giovani: alcune avevano solo dodici, tredici anni, poco più della nostra età. A trent'anni venivano già chiamate: "le anziane".
Erano molto giovani: alcune avevano solo dodici, tredici anni, poco più della nostra età. A trent'anni venivano già chiamate: "le anziane".
Le risaie andavano preparate effettuando una serie di lavori che servivano a sminuzzare le zolle e a rendere perfettamente piano il terreno. La livellazione del terreno delle risaie è molto importante perché l'acqua che allagherà la risaia potrà avere un uguale strato in tutti i punti del campo e le piantine potranno essere sommerse uniformemente.
La stagione della monda durava 40 giorni.
Era un lavoro faticoso: le gambe nell'acqua, la schiena curva, le mani sporche di fango e le punture di zanzare e di tafani rendevano tutto più pesante da sopportare. Le nostre nonne ed i parenti più anziani ricordano ancora quei momenti difficili.
Mondavano il riso, in quelle condizioni, per otto ore al giorno.
Alcune nonne ci hanno raccontato che già all'inizio degli anni '60 il loro era un mestiere in via d'estinzione.
Ora non ci sono più le mondine nei campi; sono state rimpiazzate da tanti chili di diserbanti.
Alcune nonne ci hanno raccontato che già all'inizio degli anni '60 il loro era un mestiere in via d'estinzione.
Ora non ci sono più le mondine nei campi; sono state rimpiazzate da tanti chili di diserbanti.